Cesare Brandi

Ricordo di Piero, per la mostra alla Galleria La Salita, Roma 23 marzo1982

Il pittore fu raffinato e gentile, meritevole d'una considerazione diversa nelle sue varie fasi, nessuna delle quali gratuita o improvvisata: l'uomo fu carico di doni d'un'umanità generosa e attenta: l'amico, indimenticabile.
Che Liverani riproponga ora la sua figura d'artista in una sede per lo più di ultima avanguardia o di transavanguardia, è più che un atto d'amicizia memore, ed è come accendere uno stiolo ad un riesame, né turbato dalla scomparsa dell'artista, che è di otto anni fa, né indulgente alle mutevoli ventate del momento.
Mi auguro che una vigile coscienza sappia riconoscere nella pittura di Sadun quel battito vitale che ne fece una testimonianza vivida del suo tempo e la trascrizione vibratile d'una sensibilità sempre in ascolto.
Se, multiforme nella sua attività, sembrò tenere la pittura come un prezioso svago, in realtà l'ebbe sempre in vetta ai suoi desideri e alle sue ambizioni, e basterebbero a dimostrarlo gli enormi quadroni dell'ultimo periodo, di grande e assiduo lavoro, quando già il male, che sapeva perfettamente di avere, gli corrodeva la gola togliendogli la voce, e, seppure fosse tenacissimo nella speranza, anche la speranza.
A chi lo conobbe ha lasciato un vuoto come quelle voragini che un grande albero sradicato dal suolo, apre nella terra, dove neppure l'erba sembra voler ricrescere. Donde , riproporre la sua pittura, e anche ricondurla alla luce del sole.

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