Palma Bucarelli

da L'indipendente, 21 marzo 1945

[…] La fantasia di Piero Sadun è di natura esasperata e disperata. Le scomposizioni cubiste e le tensioni plastiche ed espressionistiche si fondono in una visione in cui tutto è colore.
Per il compenetrarsi dei piani delle figure con quelli dei fondi i personaggi paiono fatti a brani con le cose, sedie, sofà, mobili su cui siedono o cui si apppoggiano, e, nella furia della strage anche le cose si disfanno, senza durezza tuttavia, anzi con cadenze lente e arabescate e come il vaso bianco nell'Interno con soldato.
Umanità tragica e un poco grottesca, con grosse teste sbilenche su gracili corpi torturati, sussultante e strappata come per un interno moto disgregatore, che lascia brandelli di carne viva, colate di rosso che invadono tutto come tracce sanguinolente di questo spazio […]

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