Tre sono i periodi che caratterizzano l'opera pittorica di Piero Sadun
Il primo periodo
“Quando finì la guerra, ritornato da avere fatto il partigiano sulle montagne aretine, cominciò una pittura tutta di colore, come rotta da singulti, attraversata da lame di luce che sfrangiavano le forme e slabbravano i colori”. (C.Brandi)
Il secondo periodo
“Sadun ebbe una fase cubista, su una base cromatica scura, con delle scomposizioni che lasciavano sempre sopravvivere qualcosa, come un lampo, dell’oggetto di partenza. Ma sempre, come prima e come sarà dopo, c’era, nel suo modo di aggredire la tela, una delicatezza, una scelta sottile, il gusto di una pittura che, seppure dovesse apparire gradevole, tendeva ad essere una pittura per la pittura”. (C.Brandi)
Il terzo periodo
“Il processo verso l’astrazione si compiva intanto senza stacchi violenti, proprio per una emergenza sempre più esclusiva del colore: non più un colore gridato, rotto, alla Soutine, ma grandi stesure, che poi dovevano arrivare a queste ultime, internamente sommosse, con variazioni minute e minime, ma come un mosaico dove l’unità di tono assorbe la frammentazione delle tessere”. (C.Brandi)
In questa galleria di immagini (i quadri dei 3 periodi) sono rappresentati alcuni quadri che aiutano a percorrere l'evoluzione pittorica della sua opera.
I disegni della resistenza “ Il tratto era sottile come quei fili di ragno che volteggiano nell’aria di autunno per le strade di campagna, troppo leggeri per posarsi, resistenti e invisibili ”. (C.Brandi)